Pievepelago: un crocevia tra mito, storia e natura
Pievepelago non è solo un paesino montano: è un teatro di passaggi storici, da Napoleone ai Borboni, passando per i Liguri Friniati. Camminare oggi lungo le sue strade significa percepire l’eco dei secoli: il rumore dei cavalli napoleonici, l’umanità devota di Maria Anna Carolina, e le radici ancestrali che ancora parlano in dialetto frignanese.
🌟 Passaggi celebri a Pievepelago e nell’Alto Frignano
1. Napoleone Bonaparte: l’ombra dell’imperatore lungo le vie dell’Appennino
Nel 1796, durante la sua celebre campagna d’Italia, Napoleone attraversò l’Appennino tosco-emiliano a bordo delle trince napoleoniche, lungo la Via Giardini, inaugurata pochi anni prima. Questo percorso, strategico per collegare Modena con la Toscana, fu scelto da Napoleone per varcare l’Appennino verso l’Abetone . Anche se non esistono testimonianze documentali dirette del suo passaggio a Pievepelago, la tradizione locale indica che ricevette gli onori del caso mentre le truppe marcavano il passo lungo la valle.
A buon diritto, possiamo immaginare l’eco dei suoi passi tra questi boschi: un aneddoto da almanacco racconta che il giovane generale, affascinato dalla bellezza dell’Appennino, ordinò una sosta alla “Locanda del Giogo” (l’attuale Dogana Nuova), lasciando una moneta napoleonica come pegno di gratitudine.
2. Maria Anna Carolina di Borbone: benefattrice con spirito illuminato
Nel 1851, la duchessa Maria Anna Carolina di Borbone, moglie di Ferdinando II di Borbone, entrò nella storia di Pievepelago grazie alla sua generosa donazione per la ricostruzione dell’Oratorio dei Bianchi (gazzettadimodena.it). Questo atto, ispirato dallo spirito artistico e religioso dell’epoca, portò alla fusione tra pellegrinaggio e cultura popolare, rendendo Pievepelago un crocevia non solo geografico, ma anche spirituale.
3. Liguri Friniati e Pievepelago: radici nella preistoria
Prima di diventare centro duchiesco e borgo montano, Pievepelago e l’Alto Frignano furono abitati dai Liguri Friniati, popolazione preromana che occupava gran parte dell’Appennino (it.wikipedia.org). Si trattava di comunità resistenti, con usi simili ai Celti, e la loro permanenza nei boschi del Frignano ha lasciato tracce ancora visibili nei nomi dei luoghi, nelle tradizioni agricole e persino nel dialetto conservato fino al XIX secolo (it.wikipedia.org).
📚 Bibliografia e fonti autentiche
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Giulio Ferrari, Guida alla Via Vandelli – importante per comprendere le sfide della viabilità appenninica .
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Rolando Bussi, Storie di un paese cresciuto attorno a Vandelli e Giardini – utile per dettagliare l’arrivo napoleonico
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Venceslao Santi, Memorie storiche di Sant’Annapelago nel Frignano (1892) – documenta tradizioni, popolazione e influenza del potere spirituale
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P. Zecchini, Miscellanea di storia – utile per approfondire le vicende storiche locali .